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Il progetto Blue Sky

Il progetto “Blue Sky” nasce con il fine di monitorare costantemente la qualità dell’aria rilevando in tempo reale l’eventuale variazione dei valori di radioattività naturale.

Il terreno sprigiona discrete quantità di Radon, un gas nobile chimicamente inerte, naturalmente radioattivo, incolore e inodore che nasce dal decadimento dell’uranio presente nelle rocce e si trasferisce nell’ambiente in cui viviamo.

La dose media oraria a cui in normali condizioni ambientali il nostro organismo è sottoposto è di circa 0.150 µSv/h (micro Sievert/ora).

Gli incidenti nucleari con conseguenti perdite e sversamenti di sostanze radioattive, possono talvolta essere responsabili di nubi che percorrono migliaia di chilometri scaricando al suolo piogge acide aventi alti valori di emissione.

La radioattività dell’aria non si vede e non si percepisce ma è un reale pericolo così invisibile quanto infimo, di cui generalmente poco si parla.

Quando durante un processo di fissione nucleare qualcosa non va per il verso giusto, (vedi Chernobyl, Fukushima, e altri disastri) succede l’irreparabile e la contaminazione si propaga nell’atmosfera.
I governi responsabili, in genere ocultano le notizie e la popolazione continua a morire.
Le radiazioni sono causa di tumori e malformazioni genetiche tanto più gravi quanto maggiore risulta il tempo di esposizione.

L’ Associazione Blue Sky Italia, si pone come obiettivo il monitoraggio del territorio, sviluppando dapprima una piccola rete sperimentale di sensori di rilevamento ad installazione temporanea.
Questo progetto auto sostenibile, viene realizzato grazie al grande impegno dei nostri volontari, appassionati nel settore della ricerca scientifica.

Quello che forse non tutti sanno

Nella vita di ogni giorno siamo circondati da elementi naturali e da oggetti che possono sottoporre il nostro organismo all’esposizione di alte dosi di radioattività.

I laterizi e i metalli da costruzione ad esempio, sono talvolta veicolo di scorie nucleari.
Pensiamo per un attimo a quelle stupende piastrelle che formano il pavimento del tuo salotto…sei proprio certo che non siano state prodotte nei paesi dell’est con argille derivanti da macerie prelevate in prossimità delle centrali nucleari?
Lo stesso vale per i metalli e in fattispecie quelli più poveri e di più largo impiego come i tondini di armatura; occorre infatti sapere che analogamente al cemento pure il metallo assorbe la contaminazione derivata dall’esposizione prolungata alle emissioni radioattive e tale condizione non viene ridotta nemmeno dalla fusione per trasformare il ferro in profili da costruzione.


Vi sono poi bellissimi bellissimi vetri verdi, tanto affascinanti quanto radioattivi, ricavati da una silice contaminata da molecole di uranio con il quale venivano prodotti bicchieri, caraffe e sopramobili di ogni genere…controlla nel tuo mobile bar!

In realtà elementi che producono emissioni, nella vita quotidiana ne troviamo molti anche se alcuni sono stati banditi da diversi anni, come ad esempio, alcuni sprinklers adottati nei sistemi antincendio o adirittura quelle vecchie e più comuni retine per le lampade e fornelli a gas da campeggio.

Lo strumento posizionato di fronte alla bustina contenente la reticella (vedi foto) rileva l’emissione di una dose oraria di 1.838 µSv/h ovvero un valore di quasi venti volte superiore al valore di radioattività tipica dell’atmosfera!
La stessa reticella se meglio posizionata rispetto allo strumento di rilevazione è in grado di restituire valori sino a 5 µSv/h superando di fatti la soglia che fa scattare l’allarme del contatore Geiger (3 µSv/h).

 

La rete di rilevamento e monitoraggio

La nostra rete di rilevamento fa parte di un progetto sperimentale che nasce dalla voglia di sentirsi più sicuri in un modo già troppo inquinato.
Non chiediamo fondi, sponsorizzazioni e nessun tipo di contributo; per la caratteristica intrinseca del nostro obiettivo il progetto deve essere autosostenibile ed i soci che installano le centraline di monitoraggio si fanno carico dei loro costi.
Siamo invece alla ricerca sul territorio di una collaborazione da parte di alcuni privati cittadini che vogliano ospitare una piccola centralina di rilevamento (dalle dimensioni davvero ridotte) che verrà allocata in punti strategici.

Per un futuro davvero migliore, la nostra più grande speranza è che la rete di monitoraggio non abbia mai motivo di entrare in allarme!